IL CISTERNONE

E’ il 24 luglio del 1944 e sul Monte di Asciano due squadre del 1° Settore della XXIII Brigata Garibaldi, distaccamento Nevilio Casarosa, sono inviate per controllare le mosse dei tedeschi. Le due squadre si appostano sulle pendici sud-ovest del Monte di Asciano vicine alla sede del Comando nemico. A metà mattina una squadra entra in azione contro una pattuglia tedesca che esce dal comando e che, colta di sorpresa, cerca di rientrare alla meglio nella sede o nelle case vicine. I partigiani si spingono sotto le case lanciando bombe a mano e i tedeschi rispondono dalle finestre con le armi automatiche – leggere e con un fucile mitragliatore. Il combattimento va avanti per molti minuti. Nel frattempo la seconda squadra invia alcuni uomini di rinforzo, mentre il grosso dei partigiani rimane appartato in zona dominante col fucile mitragliatore. Dopo alcuni minuti anche il secondo gruppo apre il fuoco contro una pattuglia tedesca che risale dal paese. Dopo circa due ore di combattimento i tedeschi rinunciano ad attaccare e i partigiani sembrano aver vinto.
Una certa felicità comincia a pervadere le due squadre resistenziali. Poi si sentono dei tonfi, fortissimi. All’inizio, lontano, poi, sempre più vicino.

Dai Condotti una batteria germanica ha aperto il fuoco contro il monte gremito di popolazione sfollata. Ci sono quattro vittime tra i civili. Tra le fila partigiane, che devono di nuovo affrontare i tedeschi che sono tornati all’attacco, le munizioni scarseggiano e il comando capisce che la rappresaglia potrebbe essere terribile. Le squadre si sganciano. Ci provano, almeno. Gli spari arrivano da ogni lato. Un gruppetto di partigiani rimane indietro per permettere agli altri di rientrare all’accampamento. I bombardamenti ora sono incessanti. Tutto è veloce. I tedeschi urlano. Continuano ad avvicinarsi. E’ in questo momento che muoiono i partigiani Paolo Barachini e Pirro Capocchi. I loro compagni riescono a salvarsi e avvertono il comando di spostare gli sfollati, loro no. Un atto eroico che consegna la loro memoria e il loro sacrificio all’eternità.